SALI DI LITIO

Data la natura cronica e ricorrente del Disturbo Bipolare, uno degli obiettivi principali del trattamento è la prevenzione delle ricadute; risulta pertanto essenziale instaurare una terapia di mantenimento a lungo termine. A tale proposito le linee guida internazionali per il trattamento del Disturbo Bipolare raccomandano l’utilizzo di stabilizzatori dell’umore, sia in monoterapia sia in associazione. In termini generali, i presidi terapeutici maggiormente utilizzati sono il litio, gli anticonvulsivanti e gli antipsicotici atipici in quanto dotati di azione stabilizzante il tono dell’umore. 

 

Dalla pubblicazione dei primi studi clinici negli anni ’60 e ’70, il litio è stato il trattamento standard di mantenimento e ancora oggi rappresenta lo stabilizzatore dell’umore che dispone di maggiori evidenze di efficacia nel trattamento preventivo del Disturbo Bipolare. Successivamente il trattamento con i sali di litio ha continuato a riservare sorprese:

  • sono state pubblicate evidenze cliniche che hanno dimostrato come il litio è una molecola con un’evidente azione anti-suicidaria (ciò appare come una caratteristica terapeutica molto importante, dato che il rischio di suicidio è un problema centrale nell’ambito del Disturbo Bipolare);
  • diversi studi di imaging cerebrale hanno messo in evidenza come il trattamento a lungo termine con il litio è associato ad un aumento del volume di materia grigia in diverse aree cerebrali direttamente coinvolte nella regolazione dei processi cognitivi ed emozionali, come la corteccia prefrontale, il giro cingolato anteriore, l’amigdala e l’ippocampo:
  • il litio esercita la sua azione anche su numerose cascate di trasduzione intracellulare del segnale coinvolte nella regolazione della sopravvivenza e della funzionalità neuronale e nella modulazione della trasmissione e della plasticità sinaptica.

Nonostante il gran numero di prove a sostegno dell’efficacia dei sali di litio nel Disturbo Bipolare, questo farmaco presenta delle problematiche di gestione che ne hanno purtroppo limitato l’impiego nella pratica clinica. Il monitoraggio periodico dei livelli ematici del litio risulta essenziale al fine di prevenirne la tossicità e minimizzare il rischio di comparsa di effetti collaterali; il rischio di tossicità e la necessità di un monitoraggio nel lungo termine non dovrebbero pertanto costituire una ragione per trascurare l’utilizzo di questo composto, in considerazione dei dati sull’efficacia e del fatto che la valutazione dei suoi livelli ematici è semplice, accurata e poco costosa.

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