Quando si parla di raptus spesso è per giustificare atti di violenza: in sostanza una incapacità a fermarsi e a controllarsi.
Ma siamo sicuri che esista davvero questo RAPTUS? No! Il raptus non esiste! Ed è un termine abusato da chi stila perizie, per vanificare la colpa di chi commette azioni di grande violenza.
Quella del raptus è una condizione inesistente dal punto di vista psico-patologico. Nella maggior parte dei casi l’esplosione di rabbia non è mai il primo episodio di violenza (come potrebbe avvenire se l’aggressore avesse un raptus). C’è invece una lunga preparazione e un’attitudine all’aggressività e si arriva al gesto omicida al culmine di un’escalation di violenza.
Nella vera follia o nella vera limitazione della capacità di intendere e di volere, la rabbia e la violenza si scatenano a caso e non su donne e bambini. Le vittime sono sempre le persone più fragili, quelle che non si possono difendere rispetto a chi sta perpetrando il reato.
Spesso e volentieri quello che viene chiamato raptus, non è altro che un reato dettato da cattiveria, narcisismo e incapacità di sopportare il fatto che gli altri possano scegliere.